alimentazione

Ma davvero la carne di lumaca è così salutare?

Quando si parla di lumache o meglio di chiocciole dal punto di vista alimentare c’è chi apprezza e chi fa una smorfia pensando al piatto con i simpatici gasteropodi, eppure chi non le ha mai assaggiate dovrebbe provarle almeno una volta nella vita. 

Helix Aspersa Maxima

La lumaca rientrava già nell’alimentazione degli antichi romani, è un mollusco dotato di carni tenere, con pochi grassi saturi e molti grassi polinsaturi benefici per il cuore, con un livello proteico analogo a quello del pesce e difficilmente contiene tracce di farmaci, come la maggior parte della carne abitualmente consumata. La lumaca è un alimento dall’alto valore nutrizionale, di notevole digeribilità, ricco di amminoacidi essenziali e sali minerali.

La sua carne è molto ricca di proteine (13%), ha una bassa percentuale di grassi (1,7%) e contiene una ricca varietà di sali minerali (abbondano calcio e magnesio, oltre a ferro e a rame).

Molto basso è il contenuto dei carboidrati, tanto da rendere la carne di lumaca più simile nutrizionalmente al pesce d’acqua dolce, piatto magro per antonomasia. Le lumache da terra apportano un valore energetico molto basso, basti sapere che una dozzina di lumache fornisce poco più di 80 calorie e, se lessate senza l’aggiunta di grassi come olio e burro, possono rientrare tranquillamente in una dieta ipocalorica, sostituendo la carne rossa o bianca, per combattere sovrappeso e obesità. Grazie a queste proprietà le lumache sono indicate in caso di disfunzioni quali l’ipertrigliceridemia e l’ipercolesterolemia.

Gli amminoacidi che costituiscono la base della carne di chiocciola sono presenti in grande varieta’ e concorrono a una corretta e sana alimentazione.

Le lumache sono un’ottima fonte di vitamina B12, tanto che ne contengono più delle carni rosse. 

Una volta cotte, risultano morbide e delicate, sono estremamente versatili, sposandosi bene con diversi ingredienti. L’idea che le lumache siano difficili da digerire è legata in realtà alle salse e ai condimenti che vengono utilizzati abitualmente per prepararle. Di per sé, infatti, la loro carne non presenta problemi di digestione.

Si possono preparare pietanze a base di lumache a partire dall’alimento fresco e correttamente spurgato, lavando bene con acqua e procedendo alla bollitura per qualche minuto. Una volta preparate si possono anche congelare e conservare fino al prossimo utilizzo. La lumaca bollita è la base per un’infinità di ottime ricette. 

Pensate che 40 anni fa si raccoglievano e si cucinavano a casa, ora invece sono quasi del tutto assenti dalle nostre case e solo raramente si trovano nei ristoranti. Oggigiorno rimane un piatto tipico delle sagre paesane o dell’alta ristorazione.

Un’altra nota positiva, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità, è che gli allevamenti di lumache non producono emissioni inquinanti, infatti il contributo all’effetto serra è molto basso, così come l’impatto ambientale. Queste caratteristiche rendono la carne di lumaca molto interessante per il futuro alimentare, potendo essere le chiocciole allevate con scarso dispendio di energia e assenza di inquinamento ambientale.

Potete trovare le lumache fresche già spurgate o anche preparate in barattoli già pulite e precotte, direttamente presso gli allevamenti a ciclo naturale, in cui le chiocciole crescono esclusivamente all’aperto e vengono alimentate con vegetali, come in natura. A tal proposito vi consiglio di tenere d’occhio un allevamento da poco sorto nel Legnanese, 1,618 Lumachificio Aureo, un progetto di cui faccio parte insieme ad altri amici, nell’ottica della diversificazione e della piena sostenibilità. L’obiettivo è di produrre e vendere un prodotto di altissima qualità, destinato all’alta ristorazione e anche al largo consumo.

1,618 Lumachificio Aureo

Oltre alla parte gastronomica le chiocciole sono poi estremamente importanti per un altra caratteristica che le rende interessanti nell’ambito del benessere, ovvero per la bava di lumaca, che presenta delle proprietà eccezionali negli usi cosmetici e farmaceutici. Ma questo è un altro argomento di cui vi parlerò in un prossimo articolo… 

alimentazione, salute

I salutari legumi

legumi (piselli, fave, fagioli, ceci, lenticchie, soia) sono i semi delle piante appartenenti alla famiglia delle Papilionacee e sono una miniera dal punto di vista nutrizionale.

Fagioli: salutari legumi


Rappresentano un’alternativa proteica alla carne con due vantaggi, l’uno dal punto di vista salutistico, l’altro dal punto di vista eco-compatibile visto che la produzione di carne richiede un dispendio di energia 10 volte maggiore rispetto a quella richiesta per produrre alimenti proteici di origine vegetale. Alcuni possono contestare il fatto che nella carne ci sono tutti gli amminoacidi essenziali a differenza dei legumi, ma si può benissimo compensare questa carenza associandoli ai cereali. Infatti i legumi sono carenti in metionina e cisteina, mentre i cereali sono deficitari di lisina e triptofano; associandoli è quindi possibile raggiungere un valore biologico complessivo pari a quello delle proteine animali. Associamo dunque legumi e cereali per ottenere un apporto proteico ottimale, un esempio tipico è la pasta e fagioli.

Il valore biologico è un parametro di valutazione qualitativo delle proteine alimentari che si basa sull’analisi degli amminoacidi essenziali in esse contenuti. Gli amminoacidi essenziali sono quelli che l’organismo non riesce a produrre e che possono essere introdotti solo con l’alimentazione.

Piselli: dolci legumi

Un consumo eccessivo di legumi  può provocare meteorismo intestinale e altri disturbi digestivi: ciò è dovuto al fatto che essi contengono particolari carboidrati (raffinosio, stachiosio e verbascosio) per i quali Il nostro intestino non ha enzimi in grado di demolirli. Queste molecole vengono degradate ad opera della flora batterica intestinale, con produzione di gas.


Proprietà salutari dei legumi

· Sono alimenti ricchi di fibre solubili, con azione ipoglicemizzante e ipocolesterolizzante.

· Grazie alla cellulosa (fibra solubile) regolano la funzione intestinale.

· Hanno una maggiore digeribilità dal punto di vista proteico rispetto alle proteine animali (importante una lunga cottura).

· Sono una  fonte di energia per il contenuto in carboidrati.

· Hanno un buon contenuto di minerali e vitamine.

· Presentano un basso contenuto di grassi, quindi sono ottimi per il controllo del peso. Inoltre questi grassi sono ricchi di acidi grassi polinsaturi.

Consigli per la preparazione

Se non acquistate legumi già decorticati, è necessario l’ammollo in acqua per 12-24 ore: ammorbidendo la cuticola che riveste il seme si riducono i tempi di cottura e si aumenta la digeribilità. L’ammollo serve anche a disperdere sostanze come l’acido fitico, contenute nel legume allo stato secco. L’ acqua, che deve essere cambiata almeno 1-2 volte,  non deve essere utilizzata per la cottura. Sarebbe meglio non aggiungere sale né durante la fase di immersione in acqua né durante la cottura: il sale indurisce l’involucro del seme. I legumi contengono dei fattori antidigestivi (fattori antitriptici) che impediscono la digestione del legume crudo, da qui l’importanza di una lunga cottura. Per favorire la digeribilità inoltre si possono  aggiungere in fase di cottura aromi digestivi come alloro, rosmarino, salvia, finocchio.

alimentazione, salute

Mangiamo il cioccolato fondente

Il cioccolato fondente é un ottimo alimento e deve le sue benefiche proprietà all’alto contenuto di cacao
L’albero del cacao viene coltivato in tutti i paesi tropicali, dove il clima caldo umido costante costituisce l’habitat ideale per la sua crescita. Il suo frutto ha la grandezza di un melone e contiene dei semi di color porpora della grandezza di una mandorla.
Attraverso vari trattamenti di questi semi si ottiene il cacao, con il quale si può produrre il cioccolato.

Il golosissimo cioccolato

Vista la concomitanza con il periodo pasquale e il grosso consumo di uova di cioccolato, perché non parlare di questo alimento?
Molte persone considerano a torto il cioccolato un cibo out dal punto di vista salutare e dietetico.
Possiamo invece tranquillamente affermare che, se non esageriamo nella quantità, il cioccolato fondente è un alimento salutare
L’importante è che sia cioccolato fondente o meglio ancora extra-fondente (con contenuto di cacao almeno 70%).

Componenti del cioccolato

100 gr. di cioccolato fondente contengono:

  • 50 gr. di carboidrati
  • 33 gr. di grassi
  • 8  gr. di fibre
  • 3,5 gr.di proteine

Proprietà del cioccolato

Studi recenti sono arrivati alle conclusione che una giusta quantità di cioccolato fondente (in particolare con cacao superiore all’80%) ha benefici effetti sulla salute, in particolare:

  • protezione nei riguardi delle malattie cardiovascolari
  • azione protettiva nei confronti di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer 
  • potenziamento del sistema immunitario
  • azione preventiva nei confronti dei tumori.

Tutte queste meravigliose virtù sono dovute al contenuto di polifenoli, potentissimi antiossidanti presenti nel cioccolato fondente.
E’ stato pubblicato recentemente uno studio in cui sono stati selezionati 44 uomini in sovrappeso seguiti per diversi mesi ai quali veniva somministrato 70gr. di cioccolato extrafondente ( > 85% ).
I risultati ottenuti nella ricerca hanno dimostrato che il cioccolato con un’alta percentuale di cacao ha un’effetto benefico sul sistema cardio-circolatorio, riducendo i fattori di rischio alla base dell’aterosclerosi.

Quindi, anche se la Pasqua é passata, se doveste prendere un uovo di cioccolato, scegliete quello fondente.

Alcuni aforismi sul cioccolato:

“Non pensate che il cioccolato sia un sostituto dell’amore…..L’amore è un sostituto del cioccolato. (Miranda Ingram)

“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.  (Tom Hanks in “Forrest Gump”)

” Avere forza è spezzare a mani nude una tavoletta di cioccolato in quattro e poi mangiarne solo un quadratino” (Judith Viorst in “Love and guilt and the meaning of life”)

” Nove persone su dieci amano il cioccolato; la decima mente” (John Tullius)

alimentazione, integrazione, salute

Lo zenzero

Radice fresca di zenzero

E’ una pianta erbacea perenne di cui vengono utilizzate le radici fresche o essiccate.

L’origine è asiatica e venne portato in Europa ai tempi dei Romani.
Lo Zenzero contiene diversi principi attivi, tra cui: olio essenziale, gingeroli, shogaoli, resine e mucillagini. 
Queste sostanze, oltre a dare il caratteristico aroma, gli conferiscono proprietà salutari, addirittura medicinali.

Lo possiamo trovare in commercio fresco o in polvere da utilizzare come spezia. 

Per quanto riguarda il suo utilizzo, consumandolo fresco si può apprezzare maggiormente il suo particolare aroma, che tende a farsi meno intenso con la sua essicazione. Dal punto di vista delle proprietà non ci sono differenze.

Proprietà dello zenzero

  • Elevato potere antiossidante.
  • Diminuisce l’angiogenesi (riduce la formazione di nuovi vasi sanguigni)
  • Diminuisce l’infiammazione

Grazie a queste tre proprietà possiamo considerare lo zenzero come alimento anti-cancro, in quanto abbiamo visto che gli antiossidanti combattono i radicali liberi responsabili di modificazioni cellulari, mentre la riduzione dell’angiogenesi comporta un minore nutrimento ad un eventuale tumore, rallentandone la crescita o addirittura inibendola.
Si è visto poi che l‘infiammazione cronica crea un terreno favorevole all’insorgenza di certi tipi di tumore.

  • Ha effetto antinausea, basta metterne in bocca un pezzetto fresco ed ecco che nausea e vomito scompaiono (ottimo per il mal d’auto o mal di mare)
  • Ha proprietà digestive (le tisane allo zenzero sono ottime contro gastrite ed esofagite)
  • Ha un benefico effetto a livello intestinale.
  • Ha effetto  antidolorifico e decongestionante nei traumi con strappi o distorsioni e nei dolori reumatici.
  • Ha un’azione antisettica.
  • Ha proprietà diuretiche.
  • Ha effetto termogenico (proprietà dimagranti)

Viste tutte queste caratteristiche salutari dello zenzero sarebbe buona abitudine utilizzarlo frequentemente nella dieta.

Si può utilizzarlo molto facilmente nella preparazione di tisane o aggiunto al tè.
La stessa polvere di zenzero, commercializzata in vasetti, può essere usata come spezia nelle insalate o nella preparazione di piatti a base di verdure.

Tisana allo zenzero: acqua bollente, succo di limone, zenzero fresco grattuggiato, zucchero di canna. Lasciare in infusione 5 minuti, filtrare e versare in tazza. Aiuta la digestione e riscalda.

Tè verde e zenzero: far bollire l’acqua per il tè con 2 o 3 fettine di zenzero. Riscaldante e dimagrante.

Sul web si possono trovare tante ricette, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

alimentazione, salute

Cereali o pseudo-cereali senza glutine.

Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali: frumento, segale, kamut, orzo, farro, spelta, tricale. Una frazione proteica del glutine che nel frumento si chiama gliadina è responsabile in alcuni individui di fenomeni di sensibilità ed in altri di una sindrome  denominata celiachia.

Sensibilità al glutine

La sensibilità al glutine è una condizione più frequente di quanto si pensi e molte volte non viene diagnosticata per quello che è, ma piuttosto come sindrome da intestino irritabile. I sintomi sono caratterizzati da irritazione intestinale accompagnata da cefalea, nausea, spossatezza e dolori muscolari.
Diagnosi: attualmente l’unico modo per capire se una persona è sensibile al glutine è prescrivere una dieta in cui vengono esclusi tutti gli alimenti contenenti glutine.
Si valuta in questo modo se si ha una remissione dei sintomi e, se questo avviene, si reintroducono progressivamente gli alimenti contenenti glutine. Qualora si dovessero ripresentare i vecchi sintomi allora si può fare diagnosi di sensibilità al glutine.

Celiachia


La celiachia è una malattia autoimmune che interessa l’intestino tenue, colpisce nella maggior parte dei casi pazienti con una predisposizione genetica all’intolleranza permanente al glutine.
L’ingestione di alimenti contenenti glutine causa nell’individuo predisposto un’eccessiva risposta immunitaria che va a colpire i villi dell’intestino tenue deputati all’assorbimento dei nutrienti. Questo porta ad un loro appiattimento con grossi problemi di assorbimento e conseguenti gravi ripercussioni sullo stato di salute. I sintomi sono anemia da carenza di minerali (ferro) o di vitamine (B12, acido folico), osteoporosi precoce per ridotto assorbimento di calcio, afte a livello della bocca e dermatite erpetiforme, cefalea, debolezza, problemi di natura psicologica, gonfiore addominale, colite, flatulenza, diarrea intermittente, crampi.
Diagnosi: e’ molto importante fare diagnosi precoce della malattia, in quanto la progressiva distruzione dei villi intestinali può portare a situazioni di estrema gravità come arresto della crescita, infertilità, ipotiroidismo, diabete e tumori all’intestino.
La diagnosi si basa sulla ricerca sierologica dei seguenti anticorpi AGA ( anticorpi anti-gliadina di classe IgA e IgG ), gli EMA ( anticorpi anti-endomisio di classe IgA ), e i tTG ( anticorpi anti-transglutaminasi tissutale di classe IgA ).

Cereali o pseudo-cereali senza glutine

  • Riso integrale

Del riso integrale ne parleremo in un altro articolo in cui vedremo il perchè è da preferire nella forma integrale. La sua ricchezza di nutrienti ne fa un alimento ottimo per una sana dieta ed è perfetto per i celiaci.

  • Miglio Integrale

Le proprietà del miglio le vedremo in un prossimo in questo blog, per ora sappiate che contiene più proteine del frumento, è fonte di vitamine del gruppo B ed essendo integrale è ricco di fibre.

  • Quinoa
Chicchi di quinoa

E’  una pianta erbacea che viene scambiata per un cereale in quanto dà dei chicchi che la fanno assomigliare a questa categoria.
Contiene tutti gli aminoacidi essenziali e il suo contenuto proteico è maggiore rispetto a riso e miglio.
E’ ricca di minerali, vitamine B2, C, E.

  • Grano saraceno

Anche il grano saraceno è una pianta erbacea, viene coltivato per ricavarne farina ad uso alimentare.
Contiene  minerali, vitamine del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 ) e vitamina E. Sono presenti anche proteine ad alto valore biologico.

  • Amaranto

E’ una pianta appartenente alla famiglia delle graminacee, originaria del centro America.
E’ ricco di proteine con alto valore biologico, soprattutto di lisina, che di solito è carente in quasi tutti i cereali.
Contiene minerali , vitamine del gruppo B e vit.C.

alimentazione, salute

La cellulite

La cellulite (pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica) è un fenomeno molto frequente nelle donne. 
E’ da considerare una vera e propria patologia dovuta ad un’alterazione dell’ipoderma, parte del sottocute ricca di cellule adipose.

La cellulite è piu’ frequente nelle donne

Questo tessuto è sempre in attività e il suo metabolismo è influenzato dal bilancio calorico.
Quando il bilancio calorico è negativo scioglie i grassi (lipolisi), quando è positivo diventa un deposito di grassi.

L’attività metabolica dell’ipoderma funziona in modo ottimale quando si ha una buona microcircolazione (venosa e linfatica) in quanto questa può  svolgere meglio l’azione di assorbire i grassi in caso di eccesso o rimetterli in circolo in caso di carenza.

Alla base della cellulite c’è una infiammazione, con progressiva alterazione del microcircolo a livello dell’ipoderma e una conseguente perdita di funzionalità.

Caratteristico è l’andamento per gradi, che possiamo così riassumere:  

  • Edema, con ristagno di liquidi in particolare a livello delle caviglie, polpacci e braccia. La pelle diventa morbida e poco elastica.
  • Fibrosi del tessuto connettivo che ingloba le cellule adipose, le quali non riescono più a svolgere le loro azioni metaboliche. Si formano tanti piccolissimi micronoduli  provocando la cosiddetta “buccia d’arancia” tanto temuta dalle donne.
  • Sclerosi, la situazione estrema, in cui si ha la formazione di noduli dolenti.

Quali possono essere le situazioni che possono interferire negativamente sul microcircolo:
A parte fattori i primari come sesso (nelle donne e’ più frequente rispetto all’uomo), razza (le popolazioni bianche sono più soggette) e familiarità, esistono fattori secondari:

– Sedentarietà 
– Alterazioni ormonali (eccesso di estrogeni)
– Alterazioni vascolari
– Stress e fumo (aggravanti)
– Patologie epatiche
– Scorretta alimentazione (ricca di calorie e sodio)

Come contrastare la cellulite

L’attività fisica è importante per la prevenzione di tutte le patologie.
Nello specifico caso della cellulite la bicicletta o la camminata veloce sono le migliori 
attività in quanto si bruciano tante calorie, migliora la tonicità muscolare nelle gambe (l’aumento della massa muscolare rende le gambe più toniche e sode distendendo la pelle e rendendo meno evidente la cellulite), sono poco traumatiche e danno grandi benefici alla circolazione sanguigna.
Per avere effetti positivi bisognerebbe fare attività fisica almeno 3/4 giorni la settimana per almeno un’ora.

L’alimentazione è importante se si vuole ridurre al minimo i problemi della cellulite.
Il primo motivo è che se si rimane magri e tonici gli inestetismi della cellulite vengono ridotti al minimo.
Come ho già detto è inutile fare diete ipocaloriche, o le diete del momento.
Se si vuole perdere peso per sempre bisogna  rieducare il metabolismo e modificare il comportamento alimentare, in questo modo si avrà un dimagrimento graduale e duraturo con perdita di grassi e mantenimento della massa magra.  
Il secondo motivo e’ che la cellulite è caratterizzata da ritenzione idrica, quindi bisogna cercare di avere un’alimentazione poco salata, povera di sodio.
Ecco alcuni consigli:
. Salare il meno possibile gli alimenti.
. Evitare alimenti conservati sotto sale.
. Limitare formaggi stagionati.
. Limitare gli insaccati.
. Evitare gli snaks salati (patatine , noccioline, ecc.)
. Preferire alimenti ricchi di potassio ( minerale che favorisce la diuresi)

  • Bere molta acqua durante la giornata

Questa e’ una cosa importantissima, per favorire l’eliminazione dei liquidi e delle scorie del nostro metabolismo. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno è utilissimo in genere per il benessere fisico.

alimentazione, salute

Il pomodoro

Vari tipi di pomodori

Il pomodoro è  considerato l’ortaggio principale nella cucina italiana, non c’è orto in cui non viene coltivato.Rappresenta uno degli alimenti più rappresentativi della dieta mediterranea.Il mese migliore per la raccolta del pomodoro è agosto, dove il sole caldo e le scarse precipitazioni lo rendono maturo, profumato e dolce al palato.

In Italia se ne coltivano diversi tipi, i più conosciuti sono :

  • Ciliegino  (insalate)
  • Tondo  (insalate)
  • Grinzoso  (insalata e sughi)
  • Cuore di bue  (insalata)
  • San Marzano  (conserve e passate)

Il pomodoro è un alimento naturale e quindi lo classifichiamo tra i cibi amici della salute.

Proprietà nutrizionali:

Nel pomodoro è presente acqua (94%), carboidrati (3%), proteine (1,2%), fibre (1%), grassi (0,2%).Abbiamo inoltre un buon apporto di vitamine del gruppo A e B, vitamina C, E, K, PP, sostanze antiossidanti, sali minerali (ferro, calcio, selenio, zinco, boro, iodio, magnesio, manganese, potassio). E’ ideale per chi pratica attività sportiva perché, grazie soprattutto alla ricchezza di potassio, previene i crampi muscolari.


Proprietà benefiche

  • Proprietà dimagranti: il pomodoro per 100gr. apporta soltanto 17 kcal. Quindi è ideale per le persone in sovrappeso.
  • Proprietà anti-tumorali e anti-invecchiamento: il pomodoro è ricco di sostanze antiossidanti, in particolare di licopene ( la cottura ne aumenta la biodisponibilità) che come tutti gli antiossidanti combatte i radicali liberi che tendono a danneggiare le cellule. Sempre grazie al licopene  ha un azione protettiva contro le malattie degenerative legate al processo di invecchiamento.
  • Proprietà digestive: le fibre contenute nella buccia favoriscono il buon funzionamento dell’intestino.
  • Proprietà anti-ipertensiva: essendo un ortaggio povero di sale è un ottimo alimento per chi soffre di ipertensione.
  • Proprietà diuretiche: per il suo elevato contenuto di acqua il pomodoro favorisce la diuresi, quindi l’eliminazione dei liquidi in eccesso.

Contoindicazioni Abbiamo visto le straordinarie proprietà benefiche di questo ortaggio, esistono però alcune controindicazioni.Il pomodoro è infatti non é indicato nei pazienti con reflusso gastro-esofageo e per chi soffre di acidità gastrica.Inoltre essendo ricco di istamina, può dare reazioni allergiche.Per il contenuto di proteine allergizzanti può dare problemi di intolleranza.
A parte queste controindicazioni, il pomodoro rappresenta un alimento da includere tra gli amici per la nostra salute.

Coltivazione

Il pomodoro é una pianta perenne che alle nostre latitudini viene coltivata come annuale. 
E’ stata importata in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo, inizialmente come pianta ornamentale, in seguito coltivata per i frutti commestibili.

Pianta di pomodori a grappolo

Il clima di coltivazione ideale é temperato caldo, non tollera bene il freddo ma anche i climi troppo aridi.
Necessita di terreno ricco di sostanza organica.

Preparazione del terreno:

L’ideale é preparare il terreno qualche mese prima, in genere nell’autunno precedente, vangando fino a 30- 40 cm di profondità e concimando con letame o stallatico in pellets e concime fosfo-potassico,come cenere di legno.
Il terreno così preparato va lasciato riposare fino alla primavera per permettere la fermentazione del letame.

Semina e trapianto:
Se si parte dal seme, il periodo migliore é l’arrivo della stagione primaverile. Si può seminare in semenzai o subito in piena terra. Le piantine in genere fanno la loro comparsa nell’arco di 2 settimane. Occorre scegliere le migliori con la procedura di diradamento.
E’ importante tenere sempre umido il terreno, inizialmente con uno spruzzino e in seguito, quando le piantine sono sufficientemente grandi, con un innaffiatore dotato di doccetta.
Quando le piantine hanno raggiunto un’altezza di 20-25 cm, si possono trapiantare in piena terra, nel numero di 3-4 per metro quadro. In genere vengono posizionate in filari distanti fra loro 80-100 cm, con uno spazio fra una piantina e l’altra di 30-60 cm.
Se si comprano le piante direttamente dal vivaio, vanno interrate con le stesse modalità viste sopra.

Irrigazione:
La pianta di pomodoro va irrigata in abbondanza e regolarmente. In genere bastano 2-3 volte la settimana, innaffiando la mattina presto o la sera tardi, avendo l’accuratezza di non bagnare le foglie, per evitare lo sviluppo di malattie fungine della pianta.

Potatura:
E’ importante effettuarla per ottenere un giusto equilibrio fra la parte vegetante e quella produttiva della pianta. Consiste in:

  • Sfemminellatura, eliminazione dei nuovi getti presenti all’ascella delle foglie
  • Eliminazione dei rami alla base, cioè di quelli più vicini al terreno
  • Cimatura del germoglio apicale (facoltativa), intervenendo oltre il 4°palco di branche.

Tutte queste operazioni hanno lo scopo di ridurre la crescita della parte fogliare della pianta e favorire la produzione di frutti.

Le piante di pomodoro devono essere legate a sostegni, predisposti nel terreno al momento del trapianto. La pianta viene legata a questi elementi mammano che cresce con dei legacci in rafia o di plastica, curandosi di non stringerli mai troppo ai rami.

La maturazione dei pomodori avviene nell’arco di 2 mesi a partire dal trapianto delle piantine. I frutti vanno lasciati maturare sulla pianta e si possono raccogliere in più riprese, quando assumono un bel colore rosso.

Il pomodoro si presta molto bene anche alla coltivazione in vaso, essendo così una delle principali colture di un’orto sul terrazzo di casa.
Vanno usati vasi larghi e profondi almeno 30 cm. Le modalità di coltivazione sono le stesse  viste in precedenza. 
Esistono delle varietà di pomodoro più adatte alla coltivazione nei vasi, come:

  • “Principe Borghese”, varietà semi nana che produce tanti frutti dolcissimi
  • “Pepe” e “Small Fry”, con frutti grossi a grappolo
  • “Big Rio”, che dà frutti a forma di uovo ed é particolarmente adatta a climi umidi.

Insomma, possiamo coltivare pomodori senza troppa fatica a casa nostra, nel giardino o sul terrazzo.. Perché privarci di questo benefico e gustoso ortaggio?

alimentazione, salute

Il riso nero Venere

Riso nero con verdure

Il riso nero Venere, è una varietà di riso integrale, così chiamata per il suo caratteristico colore nero dovuto ai pigmenti prodotti dalla pianta. Questa varietà di riso, ottenuta con tecniche non biotecnologiche, è stata brevettata da SA.PI.SE., cioè dalla Sardo Piemontese Sementi e nasce nella Pianura Padana.
E’ stato messo a punto da un ibridatore cinese residente nel vercellese a partire da un riso di origine asiatica.
Il risultato é un prodotto con le stesse proprietà del Riso nero cinese, che esiste in Cina già da molto tempo. Nell’antichità, veniva chiamato “Riso degli Imperatori”, per le sue proprietà nutrizionali.

Questo riso, tuttavia, era raro e per questo motivo anche costoso. Dopo pochi anni, ilRiso Nero italiano riesce ad assumere caratteristiche durevoli dal punto di vista della forma e viene chiamato riso Venere, dal nome della Dea dell’Amore. Si dice che abbia preso questo nome perchè si presume possieda proprietà afrodisiache.

E’ idoneo a qualsiasi tipo di alimentazione e, secondo studi effettuati recentemente, ha un grande potere anticancerogeno.
La sua pigmentazione e il suo aroma sono naturali, grazie all’elevatissima quantità di antociani in esso contenuta. Gli antociani sono sostanze vegetali (presenti anche, come abbiamo visto, nei frutti di colore blu – viola) che, oltre a donare al riso il tipico colore nero che lo contraddistingue, hanno il potere di catturare i radicali liberi evitando inoltre l’ossidazione.

E’ grazie a questi potenti antiossidanti che, secondo recenti studi, aiuta a prevenire il cancro, contrasta i radicali liberi, abbassa il colesterolo “cattivo” nel sangue e protegge dalle malattie cardiovascolari.

Da recenti ricerche condotte presso l’Università della Louisiana è emerso che, a parità di quantità, il riso nero, oltre a possedere un più alto quantitativo di antociani ed altri antiossidanti rispetto al mirtillo, contiene una maggior quantità di vitamine E, di fibre vegetali e ha meno calorie perchè più povero di zuccheri.

I processi di lavorazione a cui il riso nero viene sottoposto sono leggeri a tal punto che gli permettono di mantenere intatti i suoi principi attivi e le sue proprietà organolettiche.

Essendo altamente digeribile, questa varietà di riso è ottima per chi soffre di problemi digestivi, per i bambini e gli anziani. E’ un alimento indicato nelle diete ipocaloriche e degli sportivi, grazie al suo basso contenuto di zuccheri.

Il Riso Nero contiene: sali minerali (come ferro, calcio, selenio, zinco), proteine, una piccola quantità di lipidi, vitamine del gruppo B (come quelle B1, B2 e la niacina), infine glucidi come amido. Il Riso Nero non contiene nessuna quantità di glutine. 

Una ricetta consigliata: 
RISO VENERE AL SALMONE,  RUCOLA E POMODORINI

INGREDIENTI, per 2 persone:
un bicchiere di riso Venere integrale
100 g di salmone affumicato
50 g di rucola 70 g di pomodorini 
aglio in polvere
olio EVO
sale

PREPARAZIONE:

Lessare il riso secondo i tempi indicati sulla confezione, scolatelo accuratamente, mescolatelo con un filo di olio extravergine di oliva. Nel frattempo, tagliate il salmone a pezzetti e fatelo saltare per pochissimi minuti (2 al massimo) in una padella antiaderente (senza olio) con un pizzico di aglio in polvere. Tagliate i ciuffetti di rucola e i pomodorini a spicchi, e unite il tutto con il salmone al riso, mescolando con cura; se necessario, aggiungete un poco di olio. Lasciate riposare qualche momento coperto, prima di servire, affinchè tutti i sapori si possano amalgamare bene. Si può consumare anche freddo. Buon appetito!

alimentazione, integrazione, salute

L’olio di semi di lino

Semi di lino

L’olio di semi di lino è un alimento alleato della nostra salute, per la sua ricchezza di acido alfa linolenico (ALA),capostipite degli acidi grassi omega 3, importantissimi dal punto di vista nutrizionale per le proprietà antinfiammatorie e neuro, cardio-protettive.

I grassi vengono depositati nell’organismo sotto forma di trigliceridi, i quali sono formati da 3 molecole di acidi grassi che vanno a legarsi a una molecola di glicerolo.

Gli acidi grassi si dividono in : 

  • ACIDI GRASSI SATURI;
  • ACIDI GRASSI MONOINSATURI;
  • ACIDI GRASSI POLINSATURI.

Quelli più dannosi sono quelli saturi, che troviamo nella carne, uova, latte e derivati di origine animale. 
Sono grassi “buoni” quelli polinsaturi, rappresentati dagli acidi grassi omega 3 e omega 6,(detti anche acidi grassi essenziali in quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli a partire da altre sostanze lipidiche).
E’ fondamentale che il loro rapporto rimanga entro certi limiti, sembra infatti che molte patologie cronico-degenerative e infiammatorie vedano come causa favorente uno squilibrio nell’assunzione di queste sostanze, con una eccessiva assunzione di omega 6 rispetto agli omega 3.
Oggi la nostra alimentazione é sbilanciata verso gli omega 6. Questi sono infatti presenti in tutti gli oli vegetali e oggigiorno la maggior parte dei cibi confezionati li contiene tra gli ingredienti.
E’ proprio l’utilizzo sempre maggiore di questi alimenti industriali che ha portato nella popolazione ad avere un rapporto medio fra omega 3 e 6 di 1:10, addirittura in certi paesi di 1:20.

Il bilancio corretto per una dieta salutare non deve superare il rapporto 1 a 4 tra omega 3 e omega 6.

Vediamo i rapporti tra omega 3 e 6 negli oli vegetali:
Olio d’oliva 1:9
Olio di girasole 1:71
Olio di arachidi 1:62
Olio di soia 1:8
Olio di canapa 1:3
Olio di colza 1: 2
Olio di lino 4:1

Come si può vedere l’olio di lino è quello più ricco di omega 3 e questo fa capire quanto sia fondamentale per la salute.

L’olio di semi di lino è ricco di acido linolenico, precursore degli omega 3. Questo composto è molto delicato in quanto si ossida. Per tale motivo nella sua preparazione bisogna seguire un particolare processo tecnologico, con estrazione a freddo dell’olio, in ambiente riparato dalla luce, a temperatura costante (basso calore) e sottovuoto. Tutto ciò serve ad evitarne l’ossidazione.

Deve essere imbottigliato in bottiglie opache, conservato in frigorifero già dal produttore e anche il venditore deve avere la stessa accortezza.
Una volta acquistato e aperto la sua durata è di circa un mese. Ci si accorge che non è più buono quando comincia ad avere un sapore sgradevole. 

Ricordiamoci quindi di conservarlo sempre in frigorifero (dai 20°C ai 40°C l’olio è a rischio, oltre i 40°C perde tutte le sue proprietà).

Comperatelo solo se lo trovate in un ambiente refrigerato e controllate che l’azienda produttrice abbia seguito i giusti procedimenti (controllate che l’etichetta riporti la dicitura “da frigo”).

Per quanto riguarda l’utilizzo va consumato a crudo sui cibi, mai per la cottura. 

alimentazione

Cibi alcalinizzanti

L’equilibrio tra acidità e alcalinità è fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo, il quale ha tutta una serie di meccanismi (respirazione, reni, produzione ormoni) per mantenerne un giusto bilanciamento.

Alcuni cibi alcalinizzanti

Un pH inferiore a 7 indica una sostanza acida
Un pH superiore a 7  indica una sostanza alcalina
Un pH uguale a 7 indica una sostanza neutra

Più il pH è basso più la sostanza è acida, discorso inverso per una sostanza alcalina, maggiore è il pH maggiore è la basicità.

Il nostro organismo per mantenersi in un ottimale stato di salute deve avere un pH 7,365, quindi leggermente alcalino; questo lo si può misurare nel sangue, nelle urine, nella saliva.
Può succedere che il pH viri verso l’acidità (acidosi metabolica) e meno frequentemente verso l’alcalinità. 

Cause di acidosi metabolica:

  1. Insufficiente apporto di acqua.
  2. Sport molto intenso.
  3. Consumo di medicinali.
  4. Stress.
  5. Vita sedentaria.
  6. Eccessivo apporto di alimenti acidificanti.
  7. Scarso apporto di alimenti alcalinizzanti

Guardando i fattori causali ci si può rendere conto come nella nostra società moderna sia facile andare incontro ad acidosi.

Cosa succede quando si è in acidosi metabolica

L’organismo, per eliminare l’eccesso di scorie acide, utilizza i polmoni con l’espirazione, e i reni con le urine. Quando però questi meccanismi vengono fortemente sollecitati il nostro corpo, per riequilibrare questa situazione, è costretto a prelevare calcio, potassio, sodio e magnesio (minerali alcalini) da ossa, muscoli e cellule di tutti i tessuti. 

Se questa situazione si perpetua nel tempo, il rischio è quello di andare incontro ad alterazioni  alle ossa con osteoporosi, danni ai denti con decalcificazioni e carie dentali,  indebolimento dei capelli, problemi alle articolazioni (gotta, artrite, artrosi). A livello muscolare possiamo avere crampi, dolori agli arti, tremori. A livello cutaneo si possono manifestare eczemi, acne, foruncolosi. 

L’ambiente acido, oltre a inibire l’assorbimento delle sostanze nutritive, ostacola sia  la depurazione cellulare che la riparazione dei tessuti danneggiati; sembra inoltre che favorisca lo sviluppo delle cellule tumorali che utilizzano un metabolismo anaerobico (assenza di ossigeno), caratteristico dell’ambiente acido.L’acidosi inoltre causa un aumento di microrganismi patogeni responsabili delle  malattie che trovano nell’ambiente acido il terreno ideale per la loro riproduzione e sopravvivenza.
E’ con un pH leggermente alcalino, quindi in equilibrio,  che l’organismo può assorbire e assimilare tutte le sostanze nutritive utili per la sua salute. In queste condizioni il corpo funziona al massimo delle sue potenzialità.

Per questa ragione bisogna cercare di mangiare per il 70% cibi alcalinizzanti e per il 30% cibi acidificanti.

Sono alcalinizzanti gli alimenti che dopo l’ossidazione danno un residuo alcalino apportando calcio, sodio, magnesio e potassio (es. il limone).

Sono acidificanti gli alimenti che dopo l’ossidazione danno un residuo acido apportando zolfo, fosforo e cloro.

Alimenti acidificanti
Carne, pesce, formaggio, grassi animali, uova, zucchero e tutti i dolci, frutti di mare, farina raffinata e suoi derivati, caffè, cioccolato al latte, alimenti confezionati con conservanti contenenti additivi acidificanti, cereali raffinati, cibi troppo cotti (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidità), alcool, margarina. 

Alimenti alcalinizzanti
Legumi (tranne fagioli e lenticchie), cereali, frutta, frutta secca, tutte le verdure, germogli, noci, mandorle, nocciole, pinoli, pistacchi, le spezie, semi di zucca, di sesamo, di papavero, miele.
Anche l’acqua che comperiamo ha un pH, lo potete trovare scritto sulla confezione, quindi meglio scegliere acqua con un pH sopra i 7,5.

Se avete dei dubbi circa l’importanza del controllo del pH nella dieta, potete consultare le  raccomandazioni sull’alimentazione del W.C.R.F. dove gli alimenti “alcalinizzanti” sono quelli maggiormente consigliati.

In conclusione, se vogliamo rimanere il più possibile in salute, è consigliabile mantenere il pH leggermente alcalino come il nostro organismo ci chiede.