Attività fisica

Importanza dell’attività fisica

La necessità dell’attività motoria deriva dal fatto che il nostro corpo sta bene solo se può fare regolarmente ciò che è predisposto a fare da milioni di anni: muoversi. Come ci insegna la psicobiologia, scienza di riferimento per tutte le scienze della salute, i nostri antenati dovevano necessariamente contare sull’efficienza fisica per poter sopravvivere, ed erano quindi costretti a camminare, a correre, a saltare, ad arrampicarsi, persino a nuotare, sia per sfuggire i pericoli, sia per procurarsi il sostentamento.

Tutto questo doveva essere fatto tutti i giorni, col gelo o con la pioggia, sotto la neve o il sole cocente. È in questo modo che il sistema immunitario si è evoluto parallelamente alle nostre funzioni neuroendocrine e motorie: abbiamo cioè imparato dall’esperienza come sopravvivere in condizioni avverse, utilizzando ciò che avevamo a disposizione, e cioè un corpo che doveva permetterci di spostarci e di procurarci il cibo sopravvivendo agli attacchi e alle minacce di agenti patogeni, ma anche di esplorare l’ambiente senza stancarci e senza incorrere in incidenti causati dalla nostra debolezza e fragilità fisica.

Un corpo sano, robusto ed efficiente (sotto il profilo muscolo-scheletrico, cardiocircolatorio, respiratorio e immunitario) è quindi da sempre il presupposto per lo sviluppo di quelle abilità e capacità più evolute che caratterizzano gli esseri umani rispetto agli altri animali. Conquiste straordinarie come il linguaggio, l’autocoscienza, la capacità di fare piani per il futuro sulla base dei ricordi passati presuppongono tutte una organizzazione fisica in buona salute.

Si consideri il fatto che l’alterazione delle nostre condizioni ottimali di salute, sia sul piano fisico (la malattia organica) sia su quello psichico (per esempio la depressione), conduce naturalmente a un rallentamento, se non a una stasi motoria: chi non si sente fisicamente bene non è portato a uscire di casa, a intraprendere una qualsiasi attività impegnativa, e cerca di muoversi il meno possibile; allo stesso modo il depresso tende a ricercare il buio, la solitudine, la stasi. Tutto il contrario di una vita piena e degna di essere vissuta.

La moderna società occidentale sta vivendo le prime avvisaglie di un cambiamento epocale del nostro stile di vita, e di conseguenza anche della nostra componente fisica. Il progresso scientifico e tecnologico rende sempre meno importante l’utilizzo del corpo per lo svolgimento di qualsiasi attività, come dimostra la riduzione drastica del peso delle attività lavorative manuali rispetto a quelle intellettuali. Si pensi a come oggi si possa esplorare virtualmente il mondo intero e l’universo stando comodamente seduti di fronte allo schermo di un computer, e a come le nostre giornate trascorrano quasi interamente in posizione seduta o sdraiata. La tendenza evolutiva ci sta portando verso un graduale abbandono della nostra struttura fisica, a tutto vantaggio dello sviluppo delle potenzialità della nostra mente.

Nel frattempo, la cura dell’efficienza fisica resta (e resterà ancora per moltissime generazioni) un imperativo ineludibile per coloro che siano consapevoli della sua importanza ai fini della qualità della vita. Star bene, infatti, non significa, ovviamente, non soffrire di dolori o malesseri, ma percepire quella sensazione di benessere che solo un corpo in forma e pieno di vitalità ci può dare. Non basta, a questo scopo, seguire le banalissime e superficiali raccomandazioni mediche di fare un po’ di moto tutti i giorni. È necessario mantenere il nostro corpo allenato, così come sappiamo bene sia necessario anche per la nostra mente e per la nostra vita affettiva e relazionale.

Così come la funzionalità della nostra mente si depaupera se essa non viene continuamente sollecitata, e così come le relazioni umane richiedono di essere costantemente ravvivate da nuovi stimoli e dal confronto, allo stesso modo, naturalmente, il nostro corpo richiede di essere mantenuto in buona salute e di essere sollecitato a reagire contro il processo entropico che conduce al decadimento.

Ma tutto questo, come sappiamo, costa fatica. Molto meglio, per la maggior parte di noi, fare finta di niente, sperare nella buona sorte, e nel momento in cui il nostro corpo ci manda segnali di disagio o sofferenza, rivolgerci al medico o al guaritore di turno. È più facile e comodo assumere pastiglie, pasticche e gocce di farmaci e rimedi al bisogno, piuttosto che impegnarsi in una costante attività fisica e mentale. Ma la straordinaria sensazione di benessere che l’armonia tra un corpo pieno di vitalità e una mente lucida e attiva fanno provare a chi si impegni consapevolmente e attivamente in una vita piena, intensa e dinamica, è una esperienza che chiunque abbia provato cerca di sperimentare quotidianamente. Certo, con impegno, rigore, e una certa dose di fatica. L’alternativa è solo quella di lasciar fare ai naturali processi di decadimento, e vivere una vita in balia di forze esterne, nella speranza infantile di essere più fortunati di altri, e, specialmente, condannati a non vivere la vita nella sua pienezza e intensità.

Un buon consulente della salute deve conoscere bene le diverse attività ginniche per poter fornire una informazione di base corretta, ma specialmente per indirizzare psicologicamente alla pratica consapevole dell’attività fisica (da svolgere, si intende, previo controllo medico). A mio parere, la ginnastica andrebbe sempre praticata, in palestra, all’aperto, da soli o in compagnia, purché seguendo le sue corrette indicazioni di svolgimento. Si ricordi sempre che l’attività motoria deve essere un modo per riconciliarsi con l’ambiente interno ed esterno, con i ritmi naturali e con il verde della natura, va svolta quindi sempre e non soltanto in occasione dell’arrivo della stagione balneare. Solo dall’integrazione armonica tra la componente fisica e quella psicologica è possibile trarre benefici seri e duraturi.