Benessere mentale

Benessere mentale

La qualità della vita non dipende, secondo i principi della psicobiologia, dalla sola condizione di salute o di benessere della nostra parte “organica” cioè del corpo (come vorrebbe la medicina allopatica), né quest’ultimo può essere semplicisticamente visto come dipendente dalla sfera psichica ed emozionale. Mente, corpo e spirito sono solo diverse sfaccettature della stessa, unica entità: la vita. Che il disagio, il malessere, la lesione tissutale o l’alterazione di qualche processo biochimico o psichico si influenzino vicendevolmente insieme alle infinite variabili con cui la nostra vita si trova a interagire continuamente, è un dato che mette ormai d’accordo neuroscienziati, psicologi, medici, fisici, filosofi e mistici.

Ma come può la mente, in pratica, influire sulla nostra condizione generale di salute e di benessere? E come possiamo migliorare la qualità della nostra vita per quanto riguarda, in particolare, la sfera mentale? La risposta è di una semplicità disarmante: allenandola, cioè tenendola sempre in esercizio. La nostra mente è nata e si è sviluppata in milioni di anni per rispondere a una esigenza fondamentale: organizzare al meglio il monitoraggio dell’ambiente per consentirci la risposta adattiva più appropriata in termini di sopravvivenza. La mente si esercita non soltanto attivandola in tutte le sue attività più “tradizionali” come leggere, studiare, ideare, creare o riflettere. La mente si mantiene giovane se sottoposta a sempre nuovi stimoli, se le permettiamo di esplorare l’ambiente e di rischiare di imbattersi in fenomeni sconosciuti.

Esistono diverse attività utili al benessere e alla salute mentale e qui sotto ne elenchero’ alcune, premettendo che tutto cio’ che ci piace e ci fa stare bene puo’ far parte di questo elenco.

  • Lo studio e la lettura, con la fruizione di nuovi argomenti di conoscenza e di esperienza. 
  • La creatività e la fantasia lasciate libere di spaziare il più possibile, con l’ applicazione dei relativi prodotti di ingegno.
  • L’ascolto della musica, di tutti i generi, secondo le predisposizioni e i gusti individuali.
  • La pratica della meditazione e della respirazione profonda e consapevole.
  • Svolgere attività e passare tempo all’aria aperta, in particolare in luoghi dove la natura è ancora la protagonista.
  • Sviluppo del senso del meraviglioso a fianco di quello critico.
  • Ricerca di stimoli nuovi e potenzialmente forieri di cambiamento.
  • Continua selezione delle attività degne di attenzione rispetto a quelle inutili e ripetitive.
  • Viaggiare e lasciare sfogo alla propria curiosità e voglia di scoprire.
  • Riservare un po’ di tempo nella giornata per dedicarci solo a noi stessi, per i nostri hobbies e passatempi.
  • Coltivare le relazioni, andare al cinema, a teatro, concerti o spettacoli.
  • Apprezzare l’arte e le bellezze intorno a noi, sia quelle naturali che quelle costruite dall’uomo.
  • Sviluppo della capacità di ricercare e di fruire di ogni piacere dell’esistenza.

Qualunque sia il percorso di crescita personale che si conduce, esso deve portare a un cambiamento, tanto più radicale quanto più il cammino è efficace. Il cambiamento riguarda lo stile di vita e non la semplice visione della vita; consiste nel cambiamento di abitudini, nell’abbandono di altre, in scelte difficili e coraggiose. Il cambiamento vero, spirituale, è quello di chi ha il coraggio e la forza di lasciarsi indietro il passato, di chiudere con esperienze inutili o dannose, di frequentare nuovi luoghi, nuove persone, nuovi territori di conoscenza. Crescere spiritualmente significa lasciare un lavoro che non ci gratifica per un altro che dia senso alla nostra vita, e non semplicemente sognare di cambiare. Significa lasciare senza rimpianti persone che ci fanno del male, e a cui non possiamo dare niente che le faccia realmente cambiare, per andare a lavorare con persone che siano davvero in sintonia con noi; significa disfarsi dei luoghi comuni, di tante false comodità e di oggetti superflui. Sembra più produttivo sfruttare al massimo le nostre risorse vivendo, e non vegetando. Lo si può fare in mille modi: ascoltando musica, o possibilmente componendola, scrivendo, disegnando o svolgendo una qualunque attività artistica, passeggiando o correndo immersi nel verde o in un ambiente naturale, visitando una mostra d’arte, studiando o leggendo, riflettendo su qualsiasi fenomeno o problema attiri la nostra attenzione, restando aperti ad ogni nuovo stimolo, ascoltando in silenzio il suono della natura nel buio di un bosco o il silenzio assoluto nel deserto, osservando il tramonto in solitudine dalla cima di una montagna, ascoltando i problemi del prossimo cercando di immedesimarsi, facendo, o facendosi fare un massaggio, facendo l’amore o giocando con un bambino.

Non può esistere la salute in senso globale se continuiamo a separare la sfera fisica da quella immateriale, se la medicina continua ad occuparsi soltanto di malattie organiche e non di salute, e la psicologia di disturbi mentali e non della cura del corpo, accanto a quella della mente.

La consulenza scientifica in Psicobiologia del benessere ha tra i suoi compiti quello di informare e far riflettere sulla necessità di ritagliarsi un congruo e più che sufficiente spazio di immersione nell’ambiente naturale, indispensabile per garantire una dignitosa qualità della vita. In concreto, è necessario organizzare le nostre attività quotidiane in vista dell’instaurazione di uno stile di vita naturale, nel senso che tenga conto della necessità di respirare il più frequentemente possibile aria pulita (e non solo di mangiare ogni tanto cibi biologici, o presunti tali, di per sé ridicolo stratagemma per sentirsi in pace con la voglia e la moda di naturalità), ma anche di vivere realmente la natura all’aria aperta, lontano dal traffico, dai rumori e dall’inquinamento. Nella vita quotidiana può essere sufficiente cercare di vivere fuori città, o almeno vicino a un parco o altro ambiente naturale, facilmente raggiungibile, oppure organizzarsi per andare regolarmente a fare del moto lontano dall’ambiente cittadino. Resta poi l’attenzione per l’ambiente in senso più generale, che deve rivolgersi ad evitare sprechi e a rispettare la natura in tutte le sue espressioni.

Accanto all’attività fisica all’aria aperta, in un parco, (se non è possibile fruire di un ambiente più selvaggio), la via più facile è quella di dedicarsi alla cura del giardino o dell’orto (per chi ha la fortuna di possederli), o perlomeno di un balcone o di alcune piante da appartamento. Le piante, infatti, sono la forma di vita più diffusa e antica del pianeta e la relazione empatica con esse è sicuramente una pratica terapeutica che induce serenità e rilassamento, perché invia al nostro sistema nervoso una serie di stimoli legati alla solidità, alla calma, alla crescita lenta e naturale. Cio’ permette anche di uscire dal richiamo condizionante delle nostre attività quotidiane e dall’attenzione sempre concentrata solo su noi stessi, per rivolgere quest’ultima verso l’ambiente che ci circonda. Strategia utilissima per renderci consapevoli dell’utilità di ridimensionare i nostri problemi in un’ottica di condivisione con quelli degli altri.

La vita di relazione, in famiglia, tra amici, sul lavoro o nello svago, assume una fondamentale importanza ai fini della cura del benessere e della qualità della vita solo nella consulenza in psicobiologia del benessere, unica disciplina che si occupa di relazione d’aiuto nell’ottica della promozione di comportamenti e atteggiamenti di promozione della salute, e non di cura di situazioni negative. L’invito che il consulente fa al suo cliente non consiste, però, nel coltivare i rapporti umani e sociali senza senso critico e senza discriminazioni. Anzi.. E’ di fondamentale importanza selezionare con attenzione i propri contatti e coltivare solo quelle relazioni con coloro che siano in sintonia con i principi fondamentali su cui si regge il nostro stile di vita. Il che non significa, ovviamente, che perché si abbia una attività relazionale, a qualunque livello, sia indispensabile una assoluta condivisione di vedute e di interessi, ma solo che i “fondamentali” della relazione siano ben chiari e si reggano su principi fondamentalmente condivisi. L’amicizia e le relazioni sociali in genere non sono imposte da nessuno e vanno scelte per ciò che possono dare in termini di crescita reciproca, e non solo perché permettono soltanto di passare un po’ di tempo in allegria e spensieratezza. Il tempo a disposizione di ognuno di noi per coltivare le relazioni con gli altri è così limitato che occorre dedicarlo a persone ed attività interessanti e produttive di esperienza reale.

In termini ancora più pratici, la consulenza informerà il cliente circa i possibili benefici di una sana e corretta vita relazionale, ottenibili attraverso i seguenti atteggiamenti e comportamenti: – conoscenza di se stessi, come base per la conoscenza del prossimo: bisogni, motivazioni e valori che ci muovono e condizionano. – coltivazione di amicizie in termini qualitativi e non quantitativi – condivisione di esperienze, di riflessioni, di sentimenti, di idee e di informazioni utili e non futili. – vita di relazione fondata sulla ricerca di conoscenza, di stimoli e di esperienze, vissute con piena partecipazione affettiva ed emozionale – vita sessuale il più possibile libera e intensa, secondo la propria naturale propensione, nel rispetto del partner e del prossimo. Si vuole soltanto sottolineare l’importanza che una vita sessuale libera, consapevole, priva il più possibile di condizionamenti di ogni tipo, e quindi vissuta con spontaneità e naturalezza, costituisca uno degli strumenti più importanti a disposizione di ciascuno per mantenere e migliorare la qualità della vita.

Vorrei concludere con Le sette regole di Paracelso:

  1. La prima è quella di migliorare la salute. Questo richiede una respirazione, il più spesso possibile, profonda e ritmica, riempiendo bene i polmoni, all’aperto o davanti a una finestra aperta. Bere ogni giorno a piccoli sorsi, circa due litri di acqua, mangiare tanta frutta, masticare i cibi il più a lungo possibile, evitare alcol, tabacco e medicine, a meno che, per qualche motivo grave, non siate sottoposti a qualche trattamento medico. Fare il bagno giornalmente dovrebbe essere un’abitudine che dovete alla vostra dignità.

2. Bandite assolutamente dalla vostra mente, per qualsiasi ragione, tutti i pensieri di pessimismo, rabbia, rancore, odio, noia, tristezza, vendetta e povertà. 
Fuggire come la peste ogni occasione di trattare con persone maldicenti, viziose, vili, mormoratori, pigre, pettegole, vanitose o volgari e inferiori per naturali limiti di comprensione o per argomenti sensuali che costituiscono la base dei loro discorsi o occupazioni.

3. Fate tutto il bene che vi è possibile. 
Aiutate ogni infelice ogni volta che potete, ma non nutrite mai un debole per qualsiasi persona. Dovete tenere sotto controllo le vostre forze, e fuggire da ogni forma di sentimentalismo.

4. Dobbiamo dimenticare ogni offesa, anzi, sforzatevi di pensare bene del vostro più grande nemico.

5. Dovete raccogliervi ogni giorno, dove nessuno può disturbarvi, anche per mezz’ora, seduti più comodamente possibile, con gli occhi socchiusi e non pensare a niente. In questo stato di meditazione e di silenzio, arrivano spesso le idee più brillanti, che a volte, possono cambiare un’intera esistenza.

6. È necessario mantenere il silenzio assoluto su tutti i vostri affari personali. 
Astenersi, come se si fosse fatto un giuramento solenne, dal riferire agli altri, anche al vostro più intimo, di tutto quello che pensate, ascoltate, conoscete, imparate, sospettate o scoprite; per lungo tempo almeno, si dovrebbe essere come una casa murata o un giardino recintato. È una regola della massima importanza.

7. Non temete gli uomini e non abbiate paura del domani.

Le sette regole di Paracelso testimoniano il fatto che la salute, a differenza della malattia, è una condizione che, al di là di aspetti genetici o di circostanze ambientali o di incidenti che possono alterarla senza alcuna nostra responsabilità, dipende fondamentalmente da noi.