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Il riso nero Venere

Riso nero con verdure

Il riso nero Venere, è una varietà di riso integrale, così chiamata per il suo caratteristico colore nero dovuto ai pigmenti prodotti dalla pianta. Questa varietà di riso, ottenuta con tecniche non biotecnologiche, è stata brevettata da SA.PI.SE., cioè dalla Sardo Piemontese Sementi e nasce nella Pianura Padana.
E’ stato messo a punto da un ibridatore cinese residente nel vercellese a partire da un riso di origine asiatica.
Il risultato é un prodotto con le stesse proprietà del Riso nero cinese, che esiste in Cina già da molto tempo. Nell’antichità, veniva chiamato “Riso degli Imperatori”, per le sue proprietà nutrizionali.

Questo riso, tuttavia, era raro e per questo motivo anche costoso. Dopo pochi anni, ilRiso Nero italiano riesce ad assumere caratteristiche durevoli dal punto di vista della forma e viene chiamato riso Venere, dal nome della Dea dell’Amore. Si dice che abbia preso questo nome perchè si presume possieda proprietà afrodisiache.

E’ idoneo a qualsiasi tipo di alimentazione e, secondo studi effettuati recentemente, ha un grande potere anticancerogeno.
La sua pigmentazione e il suo aroma sono naturali, grazie all’elevatissima quantità di antociani in esso contenuta. Gli antociani sono sostanze vegetali (presenti anche, come abbiamo visto, nei frutti di colore blu – viola) che, oltre a donare al riso il tipico colore nero che lo contraddistingue, hanno il potere di catturare i radicali liberi evitando inoltre l’ossidazione.

E’ grazie a questi potenti antiossidanti che, secondo recenti studi, aiuta a prevenire il cancro, contrasta i radicali liberi, abbassa il colesterolo “cattivo” nel sangue e protegge dalle malattie cardiovascolari.

Da recenti ricerche condotte presso l’Università della Louisiana è emerso che, a parità di quantità, il riso nero, oltre a possedere un più alto quantitativo di antociani ed altri antiossidanti rispetto al mirtillo, contiene una maggior quantità di vitamine E, di fibre vegetali e ha meno calorie perchè più povero di zuccheri.

I processi di lavorazione a cui il riso nero viene sottoposto sono leggeri a tal punto che gli permettono di mantenere intatti i suoi principi attivi e le sue proprietà organolettiche.

Essendo altamente digeribile, questa varietà di riso è ottima per chi soffre di problemi digestivi, per i bambini e gli anziani. E’ un alimento indicato nelle diete ipocaloriche e degli sportivi, grazie al suo basso contenuto di zuccheri.

Il Riso Nero contiene: sali minerali (come ferro, calcio, selenio, zinco), proteine, una piccola quantità di lipidi, vitamine del gruppo B (come quelle B1, B2 e la niacina), infine glucidi come amido. Il Riso Nero non contiene nessuna quantità di glutine. 

Una ricetta consigliata: 
RISO VENERE AL SALMONE,  RUCOLA E POMODORINI

INGREDIENTI, per 2 persone:
un bicchiere di riso Venere integrale
100 g di salmone affumicato
50 g di rucola 70 g di pomodorini 
aglio in polvere
olio EVO
sale

PREPARAZIONE:

Lessare il riso secondo i tempi indicati sulla confezione, scolatelo accuratamente, mescolatelo con un filo di olio extravergine di oliva. Nel frattempo, tagliate il salmone a pezzetti e fatelo saltare per pochissimi minuti (2 al massimo) in una padella antiaderente (senza olio) con un pizzico di aglio in polvere. Tagliate i ciuffetti di rucola e i pomodorini a spicchi, e unite il tutto con il salmone al riso, mescolando con cura; se necessario, aggiungete un poco di olio. Lasciate riposare qualche momento coperto, prima di servire, affinchè tutti i sapori si possano amalgamare bene. Si può consumare anche freddo. Buon appetito!

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L’olio di semi di lino

Semi di lino

L’olio di semi di lino è un alimento alleato della nostra salute, per la sua ricchezza di acido alfa linolenico (ALA),capostipite degli acidi grassi omega 3, importantissimi dal punto di vista nutrizionale per le proprietà antinfiammatorie e neuro, cardio-protettive.

I grassi vengono depositati nell’organismo sotto forma di trigliceridi, i quali sono formati da 3 molecole di acidi grassi che vanno a legarsi a una molecola di glicerolo.

Gli acidi grassi si dividono in : 

  • ACIDI GRASSI SATURI;
  • ACIDI GRASSI MONOINSATURI;
  • ACIDI GRASSI POLINSATURI.

Quelli più dannosi sono quelli saturi, che troviamo nella carne, uova, latte e derivati di origine animale. 
Sono grassi “buoni” quelli polinsaturi, rappresentati dagli acidi grassi omega 3 e omega 6,(detti anche acidi grassi essenziali in quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli a partire da altre sostanze lipidiche).
E’ fondamentale che il loro rapporto rimanga entro certi limiti, sembra infatti che molte patologie cronico-degenerative e infiammatorie vedano come causa favorente uno squilibrio nell’assunzione di queste sostanze, con una eccessiva assunzione di omega 6 rispetto agli omega 3.
Oggi la nostra alimentazione é sbilanciata verso gli omega 6. Questi sono infatti presenti in tutti gli oli vegetali e oggigiorno la maggior parte dei cibi confezionati li contiene tra gli ingredienti.
E’ proprio l’utilizzo sempre maggiore di questi alimenti industriali che ha portato nella popolazione ad avere un rapporto medio fra omega 3 e 6 di 1:10, addirittura in certi paesi di 1:20.

Il bilancio corretto per una dieta salutare non deve superare il rapporto 1 a 4 tra omega 3 e omega 6.

Vediamo i rapporti tra omega 3 e 6 negli oli vegetali:
Olio d’oliva 1:9
Olio di girasole 1:71
Olio di arachidi 1:62
Olio di soia 1:8
Olio di canapa 1:3
Olio di colza 1: 2
Olio di lino 4:1

Come si può vedere l’olio di lino è quello più ricco di omega 3 e questo fa capire quanto sia fondamentale per la salute.

L’olio di semi di lino è ricco di acido linolenico, precursore degli omega 3. Questo composto è molto delicato in quanto si ossida. Per tale motivo nella sua preparazione bisogna seguire un particolare processo tecnologico, con estrazione a freddo dell’olio, in ambiente riparato dalla luce, a temperatura costante (basso calore) e sottovuoto. Tutto ciò serve ad evitarne l’ossidazione.

Deve essere imbottigliato in bottiglie opache, conservato in frigorifero già dal produttore e anche il venditore deve avere la stessa accortezza.
Una volta acquistato e aperto la sua durata è di circa un mese. Ci si accorge che non è più buono quando comincia ad avere un sapore sgradevole. 

Ricordiamoci quindi di conservarlo sempre in frigorifero (dai 20°C ai 40°C l’olio è a rischio, oltre i 40°C perde tutte le sue proprietà).

Comperatelo solo se lo trovate in un ambiente refrigerato e controllate che l’azienda produttrice abbia seguito i giusti procedimenti (controllate che l’etichetta riporti la dicitura “da frigo”).

Per quanto riguarda l’utilizzo va consumato a crudo sui cibi, mai per la cottura. 

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Importanza della Vitamina D

Sole e Vitamina D

La vitamina D è un microelemento di  grandissima importanza. Viene anche chiamata la vitamina del sole perchè viene prodotta nell’organismo, in particolare nella pelle, grazie alla sua esposizione ai raggi UVB. 

Il fabbisogno di vitamina D dell’organismo è assicurato per circa l’80% dalla quota sintetizzata a livello cutaneo e solo per il 20% da quella derivante dall’alimentazione.
Sono infatti pochi gli alimenti che contengono quantità apprezzabili di vitamina D.

La definizione di vitamina è “sostanza essenziale per la salute umana che non può essere prodotta dal corpo”. 
Visto che la vitamina D viene prodotta nella pelle, quando ci esponiamo ai raggi del sole, la possiamo considerare un vero e proprio ormone.

Troviamo la vitamina D nelle seguenti forme:

  • Colecalciferolo ( D3 ): prodotto naturalmente dal corpo a contatto con i raggi UVB. 
  • Calcidiolo ( 25D ):  un pre-ormone derivato dalla vitamina D3 nel sangue.
  • Calcitriolo ( 1,25-D ): deriva dalla vitamina D3, è un vero e proprio ormone e viene prodotto in molte cellule del corpo. E’ praticamente la forma “attiva ” della vitamina D.

Come si forma :
Fase A) Se si utilizza il sole come fonte di produzione, il processo inizia quando ci 
esponiamo ai raggi UVB. In questa fase nella nostra pelle si forma la D3 che è una forma inattiva.
Stesso discorso se si utilizzano integratori di D3 .

Fase B) Indipendentemente dalla fonte la D3 attraverso la circolazione sanguigna va al fegato che la trasforma in 25D. Questa conversione permette di immagazzinarla nell’organismo. In particolare, essendo liposolubile, nel tessuto adiposo ma anche nel fegato e in altri organi.

Fase C) Trasformazione della 25D nei reni in 1,25D, che è la forma attiva e potente della vitamina D. Negli ultimi dieci anni si è scoperto che quasi tutti gli organi del corpo riescono a convertire la 25D proveniente dal fegato in 1,25D.

Funzione:

La funzione principale  è quella di fissare il calcio alle ossa, quindi è un’alleata contro l’osteoporosi. Infatti una sua carenza porta al rachitismo nei bambini e all‘osteomalacia negli adulti. Negli ultimi dieci anni i ricercatori hanno scoperto che la vitamina D gioca altri importanti ruoli nel mantenimento della salute dell’organismo. Si è visto che ci sono recettori per la vitamina D in diversi organi ed è proprio per questo che viene considerata un ormone con importante funzione regolatrice a livello generale. Le cellule di questi organi trasformano la 25D in 1,25D, utilizzandola poi direttamente senza immetterla in circolo; questo ci fa capire l’importanza di avere quantita’ idonee di vitamina D nel nostro corpo e quanto una sua carenza possa causare problemi a diversi apparati.


Sole e vitamina D
Come già detto, il sole è la principale forma di approvvigionamento di vitamina D.
Ci sono dei fattori che possono influire sull’assorbimento di vitamina D attraverso il sole.

  • Latitudine: questa è una variabile importante, soprattutto per noi italiani  (45° gradi Alto Adige, 35° ad Agrigento); si è visto che se si vive a latitudini oltre i 35°da novembre a marzo, indipendentemente dal tempo di esposizione, non si produce vitamina D. Quindi noi italiani in inverno possiamo andare  in carenza.
  • Stagione dell’anno: l’angolazione dei raggi UVB in inverno è meno favorevole rispetto all’estate. Ecco spiegata la nostra carenza invernale e l’importanza di stare al sole in estate.
  • Altitudine: più si sale d’altitudine maggiore è l’assorbimento di vitamina D, in quanto i raggi UVB sono meno filtrati dall’atmosfera.
  • Momento della giornata:  il momento  migliore durante il giorno per l’assorbimento della vitamina D è dalle 10.00 alle 14.00.
  • Inquinamento atmosferico: l’inquinamento può bloccare il passaggio dei raggi UVB. Gli abitanti di aree estremamente inquinate sono carenti di vitamina D.
  • Nuvolosità: i raggi con tempo nuvoloso sono dimezzati, stesso discorso per l’assorbimento.
  • Creme solari: creme solari con fattori protettivi alti inibiscono l’assorbimento della vitamina D. Un fattore 8 diminusce l’assorbimento del 92%, un fattore 15 del 100%. Sarebbe cosigliabile rimanere 20 minuti al giorno senza crema per poter assorbire una quantità sufficiente.
  • Contenuto di melanina nella pelle: la melanina è un pigmento della pelle che rende più difficile l’assorbimento della vitamina D.
  • Età: gli anziani hanno ridotta capacità di assorbimento, in quanto producono meno precursori a livello della pelle. Quindi le persone anziane devono stare più al sole. Comunque dopo i 65 anni sarebbe consigliabile fare un controllo dei valori nel sangue.
  • Peso: le persone in sovrappeso hanno difficoltà a produrre vitamina D.
  • Vestiti che coprono il corpo: é chiaro che più ci si veste meno più i raggi UVB arrivano alla pelle. A dimostrazione di ciò, nei Paesi Arabi, dove l’abbigliamento è un fatto culturale, ci sono tassi elevati di rachitismo e osteomalacia.

Oggi si sta molto tempo in ufficio o a scuola, la gente tende a stare di meno all’aria aperta. Inoltre alla fine degli anni ’80 da parte di molti medici, soprattutto dermatologi, c’è stata una demonizzazione del sole come fattore di rischio per lo sviluppo di tumori e invecchiamento precoce della pelle. Questo ha portato la gente a esporsi molto meno al sole e ad usare creme protettive, non compensando la conseguente carenza di vitamine D. Per quanto riguarda l’Italia, siamo ad una latitudine dove da ottobre a marzo il sole non è tanto potente da darci la possibilità di produrre vitamina D, infatti la popolazione italiana è tra quelle con più bassi livelli di vitamina D in Europa. Il problema è che non avendo una sintomatologia specifica molte persone sono in ipovitaminosi D senza saperlo.

Sintomi da carenza di vitamina D. Debolezza muscolare. Sensazione di pesantazza alle gambe. Dolore muscoloscheletrico cronico. Sensazione di fatica o facile affaticamento. Infezioni frequenti. Depressione.
Come si può vedere sono sintomi subdoli e possono essere confusi con altri problemi medici.Se avete uno o più di questi segnali fatevi prescrivere dal vostro medico un esame del sangue per valutare il livello di 25D.Se invece non avete sintomi e volete fare un esame di controllo, è meglio farlo alla fine di marzo, quando i valori dovrebbero essere al minimo.

Valori < 20 ng/ml  carenza
          20/40 ng/ml insufficienza
          >40 ng/ml   sufficienza

E’ importante avere valori superiori a 40 proprio per il fatto che più parti dell’organismo utilizzano questa vitamina e quindi bisogna evitare il più possibile che vadano in carenza.

Alimentazione e vitamina D
Gli alimenti che contengono vitamina D sono:

  • Olio di fegato di merluzzo
  • Salmone 
  • Sgombro
  • Tonno in scatola
  • Latte scremato e parzialmente scremato fortificato con vit. D
  • Margarina fortificata con vit.D
  • Uova 
  • Fegato 
  • Formaggio svizzero

Come si può vedere la maggior parte di vitamina D è presente nei grassi animali contenuti nei pesci e nei latticini.
L’alternativa è quella di assumere degli integratori.

Vitamina D e tumori
Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che:
. Bassi livelli di vitamina D sono associati a un maggior rischio di sviluppare neoplasie.
. Maggior assunzione di vitamina D è correlata a un minor rischio di sviluppare neoplasie.
. L’aggressività del tumore sembrerebbe più bassa d’estate quando la vitamina D nel  sangue è più alta.
. L’esposizione responsabile al sole riduce il rischio di sviluppare tumori.

Come prendere la vitamina D in modo naturale

Come abbiamo visto sono i raggi UVB quelli che ci permettono di produrre vitamina D, e per farlo è necessario esporsi al sole, in primavera ed estate, almeno 20/30 minuti senza protezione dalle 11.00 alle 14.00. In questo modo soddisfiamo le esigenze giornaliere di vitamina D e una parte può essere immagazzinata come riserva.
Questo tempo di esposizione può essere soggetto a variabili a seconda dei fattori che influenzano l’assorbimento visti sopra.

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Per denti più forti l’Equiseto

Pianta di Equiseto

Continua la carrellata di piante ed erbe utili a mantenere una bocca sana.
L’equiseto o coda cavallina è una pianta utilizzata per rimediare a tanti disturbi e, tra le sue proprietà, alcune riguardano anche la salute dei denti e della bocca.
Essendo l’equiseto molto ricco di sostanze minerali utili, viene impiegato con successo contro l‘epistassi e per la cura di infiammazioni della pelle. Ha inoltre importanti proprietà diuretiche, ma è in particolare utile per rinforzare i denti e le ossa.

Equiseto (Equisetum Arvense)

Questa pianta cresce in maniera spontanea nei pressi dei corsi d’acqua, ai bordi dei campi coltivati o ai margini delle scarpate.
Se ne consiglia la raccolta tra i mesi di maggio e luglio, dovendo utilizzare i fusti sterili della pianta, che vengono fatti essiccare al sole.
Ci sono diverse specie di equiseto, ma l’unica utilizzabile come erba officinale é l’equisetum arvense, perché le altre contengono sostanze alcaloidi in diversa quantità che possono provocare avvelenamento di animali domestici.
Si sconsiglia quindi la raccolta “fai da te” ed é sempre meglio acquistarlo direttamente in erboristeria.

Equiseto e corsi d’acqua

Proprietà dell’equiseto

Sono note soprattutto le sue caratteristiche antinfiammatorie, antimicrobiche e antiossidanti. Ha inoltre proprietà astringenti e diuretiche.
Proprio per queste sue peculiarità è una sostanza molto utile per l’organismo in genere, essendo usato per disturbi dell’apparato urinario, emorroidi, epistassi, crampi muscolari.
E’ molto valido nel rinforzare i capelli e nel prevenirne la caduta. Grazie alle sue capacità rimineralizzanti contrasta l’eccessiva fragilità delle unghie.

L‘equiseto é infatti molto ricco di silicio, che previene la demineralizzazione delle ossa.
Per questo sembra molto importante nel contrastare o prevenire l’osteoporosi, secondo recenti studi.
Sembra quindi essere molto utile anche nel rinforzare i denti, in particolare modo nei periodi in cui sono più sottoposti a carie.
Grazie poi alle sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche serve nel trattamento di gengiviti, patologie infiammatorie delle mucose orali, tonsilliti, herpes labiale e acne oltre che infiammazioni della pelle in genere.

Denti più forti con l’Equiseto

Usi dell’equiseto

Per rinforzare i denti si può assumere la polvere di equiseto, facilmente reperibile in farmacia sotto forma di capsule. Per il dosaggio e la modalità di assunzione chiedere sempre all’erborista, trattandosi comunque di una sostanza naturale di cui non sottovalutare l’efficacia.
In alternativa si può ricorrere anche all’infuso, mettendo un cucchiaino di equiseto in una tazza di acqua bollente. Si lascia riposare per dieci minuti e si filtra. Se ne possono consumare fino a due tazze al giorno, alternando periodi di assunzione a pause di riposo (chiedere sempre agli esperti erboristi).
Lo stesso infuso é molto utile anche contro mal di gola e gola arrossata. In questo caso va utilizzato sotto forma di gargarismi.

Controindicazioni
Oltre al consiglio già dato precedentemente di acquistarlo direttamente in erboristeria, occorre dire che é sempre meglio consultare il medico o il farmacista per eventuali interazioni con altri farmaci assunti o per particolari condizioni di salute.
L’equiseto é infatti controindicato in gravidanza e durante terapie con farmaci anti-ipertensivi. Inoltre può avere interazioni con i diuretici e non dovrebbe essere somministrato in persone con insufficienza renale.

Conclusioni
L’equiseto é un’altra pianta utile alla salute di denti e bocca, così come importante anche nei confronti di altre patologie del nostro organismo.
Va da sé che non può certo sostituirsi a trattamenti specialistici che solo il vostro dentista saprà consigliarvi, dopo una accurata valutazione e diagnosi.

salute

Affrontare il cambio di stagione

È arrivata la primavera e ci troviamo ad affrontarla in una situazione completamente nuova e diversa. 

Il cambio di stagione mette sempre a dura prova il nostro fisico e ancora di più in questa surreale situazione in cui siamo costretti a stare in casa.

Cerchiamo di mettere in atto alcuni accorgimenti che ci possono permettere di superare più facilmente questo passaggio.

Per prima cosa occorre cercare di mantenere i 5 pasti al giorno, i 3 principali più 2 spuntini (1 a metà mattina e 1 a metà pomeriggio), come sempre consiglio . Questo serve a mantenere la giusta dose di energia e concentrazione durante la giornata e ad evitare i picchi glicemici. I pasti principali dovrebbero essere sempre ricchi di verdure di stagione, che ci permettono di mantenere il giusto apporto di sali minerali e vitamine.

Molto importante bere molta acqua (1,5-2 litri al giorno), magari aromatizzandola con del succo di limone o arancia per renderne più appetibile l’assunzione. Ideale bere soprattutto fuori dai pasti.

Per gli spuntini consiglio della frutta (senza esagerare con le quantità), dello yogurt al naturale per accompagnarla (tipo quello greco) o della frutta secca, in particolare noci e mandorle, che contengono grassi buoni come gli omega 3, molto utili anche per la salute del nostro sistema cardiovascolare e del nostro sistema immunitario. Inoltre le mandorle sono un’importante fonte di magnesio e di Vitamina E. Costituiscono uno spuntino saziante, sano e facile da consumare. Possiamo renderlo più interessante aggiungendo un pezzetto di cioccolato fondente, che ci da anche una carica in più, grazie alle endorfine.

A proposito delle endorfine… non facciamoci mancare l’esercizio fisico. Possiamo praticare in casa stretching, yoga, ma anche esercizi più intensi, magari aiutati da uno dei tanti webinar  che in questo periodo ci vengono proposti da più parti, evitando di passare tutta la giornata davanti al computer o alla televisione. Anche le attività casalinghe possono servire a muoverci e a mantenerci attivi: stendere e piegare la biancheria, pulire casa, fare giardinaggio nel proprio giardino o sul terrazzo ci permettono di rimanere attivi e rilassare la mente.

Oltre all’esercizio fisico altrettanto importante è l’esercizio mentale. Dedichiamo un po’ di tempo della nostra giornata, soprattutto adesso che ne abbiamo di più, a fare qualcosa che ci piace per tenere la mente allenata: leggere un buon libro, studiare, ascoltare musica, meditare sono solo alcune delle attività che possono servire a tenere in forma la nostra componente mentale.

Per ultimo ma non meno importante, non dimentichiamoci di esporci al sole, ricavandoci un nostro piccolo angolo sul terrazzo o il giardino di casa, dove leggere, consumare uno spuntino o un pasto al sole, favorendo cosi’ la produzione di Vitamina D, importante per il metabolismo osseo e per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.

Pochi consigli ma tutti estremamente importanti per affrontare al meglio il passaggio a questa meravigliosa stagione che è la primavera!

salute

Rimedi naturali utili per la prevenzione di malattie virali

Mai come in questo periodo mi è stato chiesto cosa fare per prevenire un’infezione virale e in particolare come difendersi dal Covid-19. Premetto che quello che leggerete è tratto da ciò che ho trovato in letteratura ed è in mia conoscenza a proposito di rimedi naturali che possano essere di aiuto nel prevenire e contrastare l’infezione virale da Coronavirus, non è Vangelo. Si tratta solo di consigli integrativi che possono aiutarci a rinforzare il nostro sistema immunitario e a ridurre alcuni effetti e complicanze di un’aggressione virale. Questo articolo non vuole assolutamente sostituirsi ad un parere medico, che resta fondamentale, ma essere solo informazione di supporto.

Per prevenire una malattia virale come quella causata dal famigerato Covid-19 possiamo intervenire su questi aspetti:

  1. supporto del sistema immunitario stimolando l’attività antivirale generale
  2. ridurre e contrastare l’infiammazione.

Per stimolare l’attività antivirale generale abbiamo a disposizione diverse sostanze naturali. La prima fra queste è l’Astragalo, pianta della famiglia delle Fabacee, da sempre utilizzata nella Medicina Tradizionale Cinese. La sua radice viene da sempre utilizzata per combattere le infezioni virali, grazie alla sua particolare attività di rafforzamento del sistema immunitario, in particolare sulle cellule Natural Killer e Linfociti T (componente Th1, particolarmente efficace nelle infezioni virali) e per la stimolazione di interleuchine IL2, molto importanti nella difesa dalle malattie virali.

Abbiamo poi l’Echinacea Angustifolia, pianta della famiglia delle Asteracee, anch’essa in grado di potenziare l’attività dei macrofagi e delle cellule Natural Killer. Stimola soprattutto l’attività della componente linfocitaria Th2, efficace sui batteri (a differenza dei Th1, attivi sui virus) e quindi sulle sovrainfezioni batteriche che possono subentrare e nel contrastare la “tempesta”citochinica virale.

C’è poi il Sambuco, pianta della famiglia delle Caprifoliacee, molto attiva in caso di virosi, con una forte riduzione dei sintomi influenzali e potente immunostimolante.

Lo Zinco è un minerale molto importante in buona parte delle reazioni enzimatiche a livello cellulare e la sua adeguata presenza nell’organismo assicura una funzione più tonica dei linfociti, così importanti nella difesa dai virus.

Ci sono i Beta-glucani, polisaccaridi contenuti in funghi, alghe e lieviti, che hanno attività immunomodulatoria e di stimolazione sul sistema immunitario, sia sulle difese aspecifiche che specifiche. Uno dei funghi più ricchi di Beta-glucani è lo Shiitake, da sempre usato nella medicina tradizionale cinese.

Non si può dimenticare l’Aglio, pianta della famiglia delle Liliaceae. Si è osservato che l’Aglio possiede un’attività antimicrobica ad ampio spettro contro molti generi di batteri, virus, vermi e funghi. L’Aglio inibisce specificatamente la produzione di Interleuchina 6, citochina infiammatoria implicata nella patogenesi di molte delle complicanze legate all’infezione da Coronavirus. Come alimento od integratore dovrebbe essere impiegato sempre in questa fase epidemica.

Ci sono poi una serie di sostanze utili a ridurre lo stato infiammatorio che è responsabile, durante l’infezioni virale, delle temibili complicanze polmonari. Una di queste è l’Eleuterococco o Ginseng siberiano, pianta della famiglia delle Araliaceae, originaria della Siberia orientale. Nonostante appartenga alla stessa famiglia del Panax Ginseng (Ginseng Coreano) è molto diversa, nella sua composizione ed attività terapeutica, da questo. Essa è conosciuta soprattutto come adattogeno, per la sua capacità di migliorare le funzioni fisiche e mentali e mettere in grado l’organismo di reggere meglio allo stress. Questa è la ragione del suo frequente impiego da parte degli sportivi. L’Eleuterococco aumenta la resistenza fisica in diversi tipi di sport e riduce la sensazione di affaticamento. Esso possiede un utile effetto antiinfiammatorio inibendo l’espressione della ciclossigenasi-2 (COX-2), oltre a stimolare le reazioni immunologiche mediate dai linfociti NK, T e B.

Un altro integratore alimentare importante per ridurre lo stato di infiammazione generale nel corpo è l’Olio di semi di lino, per la sua ricchezza in Omega 3 e in Vitamina E. Gli omega 3 sono grassi polinsaturi considerati essenziali. In particolare, il loro precursore (l’acido alfa-linolenico, ALA) non può essere sintetizzato dall’organismo, e per questo deve essere assunto per via alimentare. Le principali fonti sono i pesci grassi, come le acciughe, le aringhe, lo sgombro, il salmone, le sardine, lo storione, la trota e il tonno, ricchi soprattutto degli omega 3 EPA (acido eicosapentaneoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Fonti vegetali come le noci, mandorle, i semi oleosi come sesamo, zucca, girasole, i semi di lino e il loro olio e l’olio di soia sono invece ricche di ALA. Questi cosiddetti “grassi buoni” sono fondamentali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, per il mantenimento di adeguati livelli di colesterolo nel sangue, per la corretta funzionalità cerebrale ma anche per contrastare stati infiammatori nell’organismo.

La Vitamina E è un importante antiossidante e un efficace modulatore del sistema immunitario, favorisce la differenziazione dei linfociti T nel Timo (funzione importante soprattutto nell’anziano dove quest’organo va incontro ad atrofia) e bilancia il rapporto Linfocitario Th1/Th2. L’attività antiossidante si esplica con la riduzione di PGE2 e con l’inibizione dell’attività COX2, riducendo i processi infiammatori.

Integrazione naturale dunque per prevenire l’infezione da Covid-19, ma non solo…

Non dimentichiamoci che le più importanti risorse per far fronte ad un’emergenza di questo tipo sono dentro di noi. Mantenere un’alimentazione adeguata, varia, ricca di verdure e povera di cibo “spazzatura”, mantenere attivi il nostro fisico e la nostra mente sono le armi migliori per tenere efficiente il nostro sistema immunitario, contrastando più facilmente le aggressioni esterne.

salute

Malva: contro le infiammazioni della bocca

Questo sarà il primo di una serie di post dedicati alle proprietà che molte piante hanno nel migliorare diversi problemi del cavo orale.

Uno di questi é quello legato alle infiammazioni gengivali e delle mucose orali, ma vedremo in seguitocome affrontare con le piante anche il dolore dentario e l’alitosi o come rinforzare ossa e denti.

La malva per denti sani

Non si tratta ovviamente di sostanze miracolose, ma semplicemente di erbe che possono aiutare a rinfrescare l’alito o risolvere piccoli problemi infiammatori della nostra bocca.

Una di queste erbe é la malva.



Malva

La malva é un’erba che cresce spontaneamente nei campi e sulle strade, grazie alla sua facilità di crescita e diffusione.

In realtà le sue proprietà sono conosciute fin da tempi antichi soprattutto per quanto riguarda le capacità disinfiammanti.

Diversi tipi di disturbi infiammatori, come artrite, gotta, eccitazione nervosa e stipsi sono stati e vengono ancora curati con questa pianta.


fiori e le foglie della malva contengono in grandi quantità delle sostanze mucillaginose

che, a contatto di liquidi, danno origine ad una specie di gelatina con proprietà emollienti e disinfiammanti.

Per avere i migliori benefici occorre raccogliere foglie e fiori nel periodo estivo, quando la quantità di queste sostanze contenute nella pianta é massima.

Si possono usare freschi o anche essiccati, avendo cura di conservare il prodotto al riparo da luce e calore.


Infuso contro le infiammazioni della bocca

Infuso di malva

E’ preferibile utilizzare solo i fiori. Basta versarne un cucchiaino in una tazza con acqua bollente e lasciare in infusione per almeno cinque minuti. Si filtra e si lascia raffreddare.

A questo punto si può usare il prodotto per eseguire degli sciacqui prolungati della bocca, da ripetere più volte al giorno.

Un altro utilizzo della malva é per alleviare il dolore dentario, grazie alle sue proprietà lenitive.

In questo caso si utilizza sotto forma di cataplasma:

si prendono una o più foglie fresche che, dopo averle accuratamente lavate,vengono pestate e applicate direttamente sul dente dolente.


Il consulto dal dentista

Non lo dico perché é il mio lavoro, ma é fondamentale rivolgersi all’odontoiatra per qualsiasi problema relativo alla bocca e ai denti. 

I rimedi naturali a base di piante ed erbe possono aiutare, ma é importante capire l’origine del dolore o infiammazione, per poter risolvere in maniera definitiva il problema.

Per l’uso esterno delle erbe e quindi anche per sciacqui e gargarismi, non ci sono controindicazioni. Occorre comunque essere sempre cauti in caso di allergie presunte o accertate ad alcune piante.

Attenzione anche alla raccolta delle erbe, da lasciare solo agli esperti.

Importante poi é fare attenzione, nelle preparazioni casalinghe, all’igiene e alla pulizia di strumenti e contenitori utilizzati.


Al prossimo post dedicato alle erbe per una bocca sana.

salute

Le principali regole per una vita sana

1) Mangiare in maniera sana: evitare cibi elaborati e trattati, preferendo alimenti biologici.

2) Moderare il consumo di sale, zucchero e grassi raffinati: il sale è già contenuto negli alimenti, quindi evitare di aggiungerne. Lo zucchero è presente in grandi quantità in tutti i cibi industriali. Per quanto riguarda i grassi, alcuni non sono da considerare così nocivi, come l’olio extravergine di oliva e gli omega 3 contenuti nel pesce e nella frutta secca. Sono da evitare i grassi trattati.

Bere molta acqua

3) Bere molta acqua: almeno 1,5-2 litri al giorno, soprattutto fra 1 pasto e l’altro.

4) Limitare il consumo di cibi che generano infiammazione: tutti gli alimenti che contengono glutine, zuccheri raffinati, glutammato (come i dadi da brodo), sciroppo di mais, dolcificanti artificiali, cibi confezionati e cibi fritti.

5) Preferire a tavola cibi anti-infiammatori: verdure a foglia verde, olio extravergine di oliva, semi oleosi (semi di sesamo, lino, girasole, zucca, ecc.) e frutta secca ( noci, mandorle, nocciole) in quanto ricchi di omega 3, pesce azzurro ( sarde, acciughe, salmone, aringhe) anch’essi ad alto contenuto di acidi grassi omega 3, frutta fresca e soprattutto frutti rossi     (lamponi, mirtilli, more, fragole).

6) Consumare frutta e verdura fresca: utile per alcalinizzare l’organismo e limitare i processi infiammatori alla base di innumerevoli patologie. Esistono anche degli integratori per favorire lo stato di alcalosi, qualora il consumo di vegetali fosse insufficiente.

Consumare molta verdura fresca

7) Non mangiare prima di coricarsi: dovrebbero passare almeno 2/3 ore tra l’ultimo pasto e il momento del sonno. Il pasto principale della giornata dovrebbe essere il pranzo e non la cena.

8) Non abusare con il caffè: questo vale anche per tutto gli alimenti che contengono caffeina e teina. Spesso the e caffè vengono poi assunti zuccherati, con un’ulteriore aggiunta di zuccheri alla dieta.

9) Evitare assolutamente il fumo: la nicotina e’ una sostanza infiammatoria, oltre a tutti gli altri problemi legati al fumo.

11) Fare attività fisica: almeno 30 minuti al giorno di movimento sono sufficienti per smaltire le tossine prodotte dal nostro organismo e per mantenere attivo il metabolismo.
Correre, camminare, andare in bicicletta, nuotare, fare giardinaggio, ballare sono solo alcune delle attività che ci possono fare bene. Fondamentale è muoversi!

10) Andare a letto presto: evitare, se possibile l’utilizzo di dispositivi elettronici quali cellulari, tablet e computer prima di andare a dormire perché sembra interferiscano con la produzione di melatonina.
Lo stesso vale per la televisione sempre a causa della luce prodotta dagli schermi.
Cercare invece pratiche che favoriscano il rilassamento prima di coricarsi.

Importante stare in movimento quotidianamente

12) Respirare profondamente e con ritmo: l’ansia e lo stress della vita quotidiana ci portano a respirare rapidamente e in maniera superficiale. Cercare di fermarsi ogni tanto concentrandosi sulla respirazione può favorire la riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, contribuendo al rilassamento.

13) Proteggere la salute intestinale: con l’uso di prebiotici e probiotici. Conservare la salute dell’intestino equivale a mantenere un buon stato di salute nell’ intero organismo.

14) Evitare farmaci antiacidi e antibiotici, quando possibile: queste sostanze causano alterazioni della flora batterica intestinale, facilitando stati di disbiosi. È chiaro che ci sono situazioni in cui non è possibile farne a meno, ma è importante evitarne l’abuso o l’utilizzo per lunghi periodi senza una reale necessità.

15) Cercare di rimanere attivi con la mente: evitare soprattutto di pensare in maniera negativa, ma concentrarsi sui pensieri positivi. I pensieri negativi infatti contribuiscono a favorire o peggiorare l’infiammazione organica.

alimentazione

Cibi alcalinizzanti

L’equilibrio tra acidità e alcalinità è fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo, il quale ha tutta una serie di meccanismi (respirazione, reni, produzione ormoni) per mantenerne un giusto bilanciamento.

Alcuni cibi alcalinizzanti

Un pH inferiore a 7 indica una sostanza acida
Un pH superiore a 7  indica una sostanza alcalina
Un pH uguale a 7 indica una sostanza neutra

Più il pH è basso più la sostanza è acida, discorso inverso per una sostanza alcalina, maggiore è il pH maggiore è la basicità.

Il nostro organismo per mantenersi in un ottimale stato di salute deve avere un pH 7,365, quindi leggermente alcalino; questo lo si può misurare nel sangue, nelle urine, nella saliva.
Può succedere che il pH viri verso l’acidità (acidosi metabolica) e meno frequentemente verso l’alcalinità. 

Cause di acidosi metabolica:

  1. Insufficiente apporto di acqua.
  2. Sport molto intenso.
  3. Consumo di medicinali.
  4. Stress.
  5. Vita sedentaria.
  6. Eccessivo apporto di alimenti acidificanti.
  7. Scarso apporto di alimenti alcalinizzanti

Guardando i fattori causali ci si può rendere conto come nella nostra società moderna sia facile andare incontro ad acidosi.

Cosa succede quando si è in acidosi metabolica

L’organismo, per eliminare l’eccesso di scorie acide, utilizza i polmoni con l’espirazione, e i reni con le urine. Quando però questi meccanismi vengono fortemente sollecitati il nostro corpo, per riequilibrare questa situazione, è costretto a prelevare calcio, potassio, sodio e magnesio (minerali alcalini) da ossa, muscoli e cellule di tutti i tessuti. 

Se questa situazione si perpetua nel tempo, il rischio è quello di andare incontro ad alterazioni  alle ossa con osteoporosi, danni ai denti con decalcificazioni e carie dentali,  indebolimento dei capelli, problemi alle articolazioni (gotta, artrite, artrosi). A livello muscolare possiamo avere crampi, dolori agli arti, tremori. A livello cutaneo si possono manifestare eczemi, acne, foruncolosi. 

L’ambiente acido, oltre a inibire l’assorbimento delle sostanze nutritive, ostacola sia  la depurazione cellulare che la riparazione dei tessuti danneggiati; sembra inoltre che favorisca lo sviluppo delle cellule tumorali che utilizzano un metabolismo anaerobico (assenza di ossigeno), caratteristico dell’ambiente acido.L’acidosi inoltre causa un aumento di microrganismi patogeni responsabili delle  malattie che trovano nell’ambiente acido il terreno ideale per la loro riproduzione e sopravvivenza.
E’ con un pH leggermente alcalino, quindi in equilibrio,  che l’organismo può assorbire e assimilare tutte le sostanze nutritive utili per la sua salute. In queste condizioni il corpo funziona al massimo delle sue potenzialità.

Per questa ragione bisogna cercare di mangiare per il 70% cibi alcalinizzanti e per il 30% cibi acidificanti.

Sono alcalinizzanti gli alimenti che dopo l’ossidazione danno un residuo alcalino apportando calcio, sodio, magnesio e potassio (es. il limone).

Sono acidificanti gli alimenti che dopo l’ossidazione danno un residuo acido apportando zolfo, fosforo e cloro.

Alimenti acidificanti
Carne, pesce, formaggio, grassi animali, uova, zucchero e tutti i dolci, frutti di mare, farina raffinata e suoi derivati, caffè, cioccolato al latte, alimenti confezionati con conservanti contenenti additivi acidificanti, cereali raffinati, cibi troppo cotti (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidità), alcool, margarina. 

Alimenti alcalinizzanti
Legumi (tranne fagioli e lenticchie), cereali, frutta, frutta secca, tutte le verdure, germogli, noci, mandorle, nocciole, pinoli, pistacchi, le spezie, semi di zucca, di sesamo, di papavero, miele.
Anche l’acqua che comperiamo ha un pH, lo potete trovare scritto sulla confezione, quindi meglio scegliere acqua con un pH sopra i 7,5.

Se avete dei dubbi circa l’importanza del controllo del pH nella dieta, potete consultare le  raccomandazioni sull’alimentazione del W.C.R.F. dove gli alimenti “alcalinizzanti” sono quelli maggiormente consigliati.

In conclusione, se vogliamo rimanere il più possibile in salute, è consigliabile mantenere il pH leggermente alcalino come il nostro organismo ci chiede.

alimentazione

Benefici della frutta secca

Nella categoria della frutta secca possiamo elencare noci, nocciole, mandorle, anacardi, pinoli e pistacchi. Tutti questi alimenti hanno delle proprietà benefiche, molto utili in una sana e corretta alimentazione.

Frutta secca: grandi benefici

Molte persone evitano questo tipo di cibo per paura di ingrassare, facendo un grosso errore; infatti si è visto in diversi studi che questa convinzione è sbagliata, anzi il consumo di  frutta secca oltre a non provocare un aumento del peso, comporta benefici alla nostra salute e ci allunga la vita.

Composizione

Nella frutta secca troviamo una elevata quantità di grassi insaturi (grassi “buoni” omega 6 e omega 3), proteine di buona qualità, fibre, vitamine e minerali (potassio,fosforo,ferro), sostanze antiossidanti (carotenoidi e flavonoidi).
Dalla composizione delle sostanze presenti si capisce l’importanza salutare di questi alimenti ai quali vengono attribuiti proprietà antinfiammatorie, antitumorali, cardioprotettive e antiossidanti.
Si è visto che chi consuma giornalmente questi alimenti ha minor rischio di ammalarsi di diabete tipo 2, cancro del colon, ipertensione e sindrome metabolica.

Consigli 

La frutta secca può essere mangiata al mattino a colazione nella macedonia, in uno yogurt di soia o in una muesli. 
Inoltre, grazie alla facilità di trasporto, é perfetta a metà mattina o metà pomeriggio come spuntino o merenda: bastano una decina di mandorle per saziarci e ricaricarci .

Conclusione

Alla fine si ritorna sempre allo stesso concetto che non mi stancherò mai di ripetere: “più un cibo è naturale più è salutare“. 
Ricordiamocelo sempre, quando andiamo a fare la spesa, quando andiamo al ristorante, quando vogliamo fare merenda, teniamolo sempre in mente sia per noi che per i nostri cari.
Se vogliamo che la nostra macchina duri a lungo e senza problemi diamogli il carburante giusto.